Narrare il dolore, la povertà, gli stenti e smuovere il sorriso del lettore, è possibile ?
Per Giusi Arimatea , scrittrice, giornalista , drammaturga, è naturale!
Che penna quella di Giusi che veste d’ironia, di poesia, di introspezione il suo capolavoro UNA VITA A COTTIMO: la storia di un giovane, Vincenzo,orfano di padre che vive con la madre una vita di privazioni assurde ,di lavoro estenuante e di rinunce obbligate e imposte.
La penna di Giusi è uno strumento di incisioni che attinge l’ umore vitale dalla materia e lo aspira iniettandolo nei suoi disegni generando una magica opera d’ arte , quell’arte che ritrae l’ animo.
Ci sono romanzi in cui si muovono antagonisti e protagonisti , in cui si schierano i buoni e i cattivi, Giusi Arimatea, nel suo ultimo romanzo, pone tutti i personaggi sullo stesso piano , quello della vita ” che da tanto e toglie tutto”, nel racconto disarmante , senza mai condanna del protagonista principale , il più fragile e il più puro cui la vita ha tolto quasi tutto tranne l’innocenza e il dono di amare senza essere mai amato, il dono di comprendere le vite altrui nelle diversità, gli errori che , grazie alla comprensione, diventano opportunità , diventano beni preziosi.
Un vissuto che si snoda tra gli anni 80 e 90 in mezzo al crescente sviluppo tecnologico infestato dalle piaghe della Mafia.
Nel libro, presago della forza manipolatrice che la televisione avrebbe avuto presto sulla generazione odierna, il protagonista racconta della sua vita non vissuta se non attraverso le vite altrui, nelle quali scopre con stupore tutto quello che non ha avuto e avrebbe potuto…e intanto il lettore riflette sulla superficialità, sull’ aridità dei nostri tempi .
E insegna Giusi Arimatea che si può diventare uomini senza essere stati amati , insegna i valori quali l’ amicizia ,la diversità , la povertà e il conseguente bisogno di conoscere , di allargare gli orizzonti, in autonomia, attraverso la musica e i libri e anche il cinema, superando il rischio della depressione, della sfiducia, del nichilismo.
Propedeutico per i giovani, ” Una vita a cottimo” lascia al lettore un senso di colpa per ogni momento in cui si è lamentato , per quello che ha dato per scontato, per tutte le volte che si è innalzato a giudice altrui…per tutto quello che non ha apprezzato.
Struggente è l’ amore nato da un sorriso e da un lieve sfiorarsi di due mani, che rimane vivo ,fresco , come un fiore mai colto…ed è poesia la sintesi che Vincenzo fa della sua vita ‘ non vissuta ” ma grata per tutto quello che ha scoperto , trovato e ricevuto.
Una scrittura aperta , facile e pregna di quella innocenza difficile da trovare nei giovani, quell’ innocenza e quella profondità che smuovono il Sorriso sempre misto a commozione.
Rita Chillemi